Cripta della Beata Antonia Mesina

La cripta della parrocchiale del Santissimo Salvatore custodisce le spoglie mortali della Martire e Beata Antonia Mesina, nata a Orgosolo il 21 giugno 1919. L’ingresso, sul lato destro della chiesa, è situato proprio di fronte alla casa in cui ragazza ha abitato con la numerosa famiglia fino al 1935, anno della tragica morte: una mattina di primavera, mentre si trovava poco fuori dall’abitato nella località chiamata Ovadduthai, con l’amica Annedda Castangia, per raccogliere la legna necessaria ad accendere il fuoco e cuocere il pane, venne difatti aggredita violentemente dal compaesano Giovanni Ignazio Catgiu che, non riuscendo a vincerne la strenua resistenza, la uccise e la sfigurò con 74 colpi di pietra. L’assassino, riconosciuto e denunciato, venne processato e condannato alla fucilazione il 4 agosto 1937, mentre la giovane, celebrata come la Maria Goretti della Sardegna, venne elevata agli onori degli altari il 4 ottobre 1987 da Papa Giovanni Paolo II.

L’abitazione, come si vede, è un antico edificio in pietra con una struttura tradizionale articolata su due livelli distinti: dalla corte interna, tramite una scala, si accede al piano superiore, dove hanno sede la cucina e la camera da letto di Antonia. Gli arredi e gli utensili presenti nelle poche stanze sono quelli originali dell’epoca, testimonianza dello stile di vita semplice, ma decoroso della famiglia Mesina e di quella che era la cultura materiale del tempo nei contesti agropastorali.

Le spoglie mortali – inizialmente sepolte nel cimitero del paese, dove si trova ancora la lapide storica che porta come fregio un giglio scolpito sul marmo, e che venne donata da Armida Barelli, l’allora presidente Nazionale dell’Azione Cattolica, di cui la ragazza era socia – nell’aprile del 1983 vennero riesumate e traslate all’interno di una cassa bianca per essere tumulate in un nuovo sarcofago nella chiesa del Santissimo Salvatore, costruita nella seconda metà del Novecento e divenuta parrocchiale dal 1971. Il 4 ottobre 1987, composte in un’urna e rivestite con il tradizionale abito festivo delle spose orgolesi, furono esposte alla venerazione dei fedeli e, infine, trasportate nella sottostante cripta il 14 maggio 1994 per essere definitivamente riposte in una teca di vetro sotto l’altare. All’interno di questo ambiente, che è sempre aperto a visitabile, è possibile ammirare anche un ciclo di affreschi raffiguranti la vita della “Serva di Dio” realizzati dall’artista Giovanni Cau.

Antonia Mesina – la cui figura, oltremodo cara non solo agli abitanti e ai devoti di Orgosolo, è stata a lungo studiata e omaggiata, come dimostrano anche le numerose pubblicazioni a lei dedicate – viene celebrata nel calendario liturgico ogni 17 maggio, in corrispondenza con la data della morte: una ricorrenza molto sentita, cui accorrono fedeli da tutti i centri della provincia e da numerosi altri paesi dell’Isola. Nel 2019, in corrispondenza con il centenario della nascita, è stato indetto un anno giubilare.

Testo a cura della dott.ssa Cecilia Mariani