Mulino del Bisine

Il Mulino del Bisine è l’unico impianto di molitura ancora presente nel territorio dei sette che ancora alla fine dell’800 erano attivi nel paese, grazie a una fiorente produzione di granaglie coltivate nell’agro.

L’edificio, di proprietà della famiglia Mesina Cardia, venne fatto costruire nella seconda metà dell’800 a monte del paese nella speranza che questa collocazione lo preservasse dalle piene invernali del Rio Bisine, ma ciò non lo salvò dalla violenta alluvione che nel 1921 portò alla distruzione di gran parte dei mulini presenti nel paese. In seguito a questo evento, allo scopo di irreggimentare il corso del torrente e di risanare le zone di ristagno delle acque che favorivano la diffusione della malaria, venne eretto l’arginamento, opera imponente per l’epoca, realizzata in granito a vista.

La strada che ancora oggi collega il mulino al paese segue il tracciato di una via d’epoca romana che collega Olzai a Ollolai, e che era comunemente impiegata dai pastori per la transumanza delle greggi.

Nei primi anni del 2000 il Comune di Olzai decise l’acquisizione dell’area e la ristrutturazione dell’edificio allo scopo di conservare la memoria di questa attività preindustriale che aveva caratterizzato l’economia del paese, con l’intento di farne una meta di interesse per i visitatori alla scoperta del territorio.

La costruzione, posta all’interno di un fitto bosco di lecci e sughere, è stata ristrutturata riutilizzando la struttura muraria in granito a vista ed  è composta di due corpi affiancati: due alti muri sostengono una grande ruota verticale sulla quale vengono convogliate, da una canaletta a monte, le acque del rio; al lato è una piccola stanza al cui interno si trovano gli ingranaggi in legno e la grande pietra molitoria che, grazie alla forza motrice dell’acqua, compiono il lavoro di macinatura.

Il locale che ospita il meccanismo è pavimentato in pietra e presenta un piccolo caminetto d’angolo e due piccole finestre, oltre alla porta di ingresso.

Nel 2005 l’intera struttura venne interessata da un incendio che comportò il rinnovo dell’intero impianto di macinatura sia nella sua parte in legno che per la pietra molitoria, anch’essa irrimediabilmente danneggiata.

La struttura è visitabile durante le “Cortes Apertas” e, a richiesta, contattando la cooperativa che gestisce la struttura per conto del Comune.

Testo a cura della dott.ssa Laura Melis con il contributo della dott.ssa Lidia Siotto