Chiesa di Lorett’Attesu

Costruita tra il XVIII e il XIX secolo e restaurata (per un risanamento generale) tra il 1996 e il 1997, la chiesa campestre di Nostra Signora delle Nevi – chiamata Lorett’Attesu, ovvero “Loreto lontano” per distinguerla dalla chiesa di Nostra Signora di Loreto (Loreto ‘e vidda) che si trova all’interno del paese – sorge nell’agro di Mamoiada, nell’altopiano di Elisi, una zona collinare ricca di vigne e quasi completamente destinata alla loro coltura.

Considerato esternamente e internamente, l’edificio, in pietra locale, non presenta particolari pregi artistici: la pianta, regolare, è di forma rettangolare, a navata unica con presbiterio e sagrestia, e la copertura consiste in un tetto a due falde (internamente si può apprezzare l’incannicciato a vista); l’antico altare, rivolto verso nord-est, è in semplice muratura e intonacato (attualmente è presente anche un altro altare in granito). La facciata a capanna, con un portale ad arco sormontato da un oculo, è conclusa sulla sommità da un piccolo campanile a vela terminante con una croce. Nel fianco sud si trova, accostata, la sagrestia articolata in due ambienti, e l’ingresso laterale è riparato dalla presenza di una loggia. Le facciate sono tutte intonacate in rosa, ma nel fianco nord spiccano, per contrasto, i contrafforti esterni in pietra. In tempi recenti sulla parte antistante l’ingresso principale è stato ricavato una sorta di sagrato alberato, mentre il retro e il fianco nord dell’edificio confinano direttamente con i vigneti.

All’interno le pareti sono intonacate di azzurro e su quelle del lato sinistro sono affissi, a gruppi di quattro, piccoli quadretti raffiguranti scene tratte dai Vangeli, dipinti nel 2017 dall’artista e sacerdote Giovanni Censi di Gerano. Sopra l’altare una nicchia in pietra – con colonne laterali, arco a tutto sesto con motivo a conchiglia e timpano triangolare sormontato da un viso d’angelo – ospita la statua della Madonna che con il suo piede schiaccia la testa del serpente.

Secondo le fonti, la piccola chiesa campestre era officiata regolarmente fino al 1800. L’ultimo sacerdote fu il canonico Deiana, che abitava in una casa colonica a due piani esistente tutt’oggi e chiamata Sa domo de Su Canonicu. Attualmente, le celebrazioni annuali si effettuano la seconda domenica di maggio ed il 5 agosto, e in questa data una lunga processione percorre a piedi (all’andata e al ritorno) i 4 km che separano il paese dalla chiesa campestre; per visitare l’edificio in altre occasioni e durante il resto dell’anno occorre, invece, rivolgersi al parroco di Mamoiada.

Testo a cura della dott.ssa Cecilia Mariani