Chiesa di San Leone Magno

La chiesa campestre sorge in località San Leo dove anticamente si trovava l’omonimo villaggio di cui il Santo era patrono.

Nella zona, a testimoniare questa devozione, era rimasta una piccola chiesetta nella quale si svolgevano le celebrazioni che, fino all’inizio del ‘900 si tenevano nel mese di giugno, mentre attualmente cadono nella seconda settimana di settembre.

L’edificio attuale, realizzato nel primo decennio degli anni 2000 su progetto dell’architetto Graziano Chironi, è interamente costruito in granito grigio con il tetto a capanna, in legno all’interno, ricoperto all’esterno, da un solaio in cemento.

Il progettista si è ispirato alle chiese campestri e agli edifici romanici presenti nell’Isola e, in omaggio alla tradizione locale, ha dimensionato la costruzione misurandola in palmi e in canne sardi, sistema di misurazione derivato dal palmus minus romano, in uso prima dell’impiego del sistema decimale introdotto nell’Isola con regio decreto del 1° gennaio 1846.

La facciata ha, attorno all’apertura centrale, una cornice costituita da quattro archi squadrati in ordine crescente alla cui sommità è posta una fila di mattonelle triangolari in accesi toni di rosso, giallo e blu. Le ceramiche sono presenti anche in corrispondenza delle aperture laterali. Nella parte alta della facciata si apre una finestra tonda bordata in bianco.

Una particolare attenzione deve essere rivolta alle porte, che si aprono sulla facciata e lungo le fiancate dell’edificio, in quanto ad ognuna è stato dato un significato che ne determina la dimensione. Se, infatti, l’ampio portale centrale sta a rappresentare la Fede, le due piccole porte che la affiancano sono, quella a sinistra, la porta della Carità e, quella a destra, della Speranza, mentre sul lato destro dell’edificio si apre una porta bassa e larga per varcare la quale bisogna sorpassare un alto gradino e chinare la testa. Questa è la porta della Penitenza, mentre sulla fiancata opposta vi è un’apertura ampia e alta che rappresenta la Perseveranza.

Lungo le due fiancate laterali e in corrispondenza dell’abside, vi sono delle lunghe e strette fenditure verticali chiuse da vetri colorati che permettono alla luce di entrare nell’edificio proiettandovi all’interno, quando colpite dal sole, delle riquadrature colorate.

L’interno è costituito da un’unica navata con diverse nicchie alle pareti nelle quali si trovano le sculture dell’artista Pietro Costa realizzate in terracotta e rappresentanti degli angeli armati di spade, probabilmente a evocare la strenua difesa che san Leone Magno, pontefice in Roma, dispiegò contro Attila e il suo tentativo di invasione della città pontificia.

Sospeso al centro del presbiterio, quasi a fluttuare nell’aria, è un grande e intenso crocefisso di Gesù Cristo, rappresentato senza croce, con la sola sagoma umana a raffigurare la crocifissione.

Ai due lati dell’altare sono presenti due pannelli con figure che recano l’una il pane, l’altra il calice del vino, simboli dell’Eucarestia. Le due piccole cappelle laterali, che costituiscono le ali del transetto, sono dedicate a san Pio da Pietrelcina quella a destra e a san José María Esquivá quella a sinistra. Entrambe contengono i rispettivi ritratti dei Santi realizzati sempre dallo scultore Pietro Costa.

Testo a cura della dott.ssa Laura Melis