Chiesa di San Giovanni Battista

La chiesa parrocchiale dedicata a san Giovanni Battista, patrono di Fonni, si trova nel centro storico del paese, nell’antico rione di Canio (forse di origine altomedioevale). L’edificio, costruito nel secolo XVI in stile tardo-gotico aragonese e successivamente ristrutturato, è caratterizzato da un’alta facciata che rispecchia la suddivisione interna in tre navate. In corrispondenza della principale si colloca il portone d’ingresso, sovrastato da una trifora la cui arcata centrale a tutto sesto risulta più alta rispetto alle due laterali; il tutto è ulteriormente incorniciato in altezza da un arco a tutto sesto, ornato da una serie di archetti pensili (anch’essi a tutto sesto). Nelle navate laterali, quasi del tutto prive di decori, si trovano altri due ingressi di minori dimensioni. La parete anteriore e la muratura esterna dell’edificio sono intonacate. Il tetto è a doppio spiovente, con un sistema di copertura di recente costruzione (1986).

La torre campanaria, a canna quadrata, sorge sul lato sinistro, in posizione retrostante rispetto al presbiterio: essa è costruita a ridosso della muratura della sacrestia, dalla quale vi si può difatti accedere. Nella parte bassa e fino a metà corpo il campanile è intonacato, mentre la parte più alta, in pietra, è resa più leggera dalla presenza di quattro monofore con volta a ogiva in cui sono collocate le campane: la piccola cupola, a sua volta a ogiva e impostata su una muratura a forma di ottagono, culmina con una croce.

La pianta dell’edificio è longitudinale e la superficie è articolata in tre navate suddivise in sei campate, di cui una destinata al presbiterio; quest’ultimo, a terminazione tronca e privo di abside, è coperto da una volta stellata a cinque gemme, e si interseca con le campate laterali tramite archi a sesto acuto. La navata centrale presenta archi diaframma a sesto acuto, in pietra a vista, che poggiano su pilastri sporgenti affiancati da semicolonne con capitelli scolpiti; la copertura è a volta ogivale unghiata. Ogni campata delle navate laterali è coperta con volta a botte: archi a tutto sesto connettono tra loro sia le campate sia l’intersezione con la navata principale. A eccezione delle celle della prima campata e della seconda cella a destra, che risultano prive di aperture verso l’esterno, tutte le altre prendono luce tramite lunette a sesto ribassato; finestre a sezione quadrata contribuiscono, invece, all’illuminazione della campata del presbiterio.

Lastre quadrate di marmo grigio (bardiglio) e bianco (Carrara) costituiscono la pavimentazione dell’intera chiesa, con le due tipologie che si alternano in linee oblique; nel presbiterio, il cui piano di calpestio è rialzato di tre gradini, prevalgono lastre di colore grigio. Tra le decorazioni presenti all’interno dell’edificio, oltre a quelle di grande effetto che riguardano i capitelli e l’arco trionfale a tutto sesto (evidenziato da bassorilievi di foggia geometrica e floreale e affiancato in verticale e in orizzontale da ulteriori cornici sagomate), una grande Crocifissione realizzata nel 1987 dal pittore di Atzara Antonio Corriga abbellisce la lunetta dietro l’altare. La chiesa custodisce anche un crocifisso ligneo e una statua di San Giovanni Battista risalenti al XVIII secolo.

Nell’autunno del 2018 l’edificio è stato chiuso al pubblico e al culto a causa di alcuni cedimenti strutturali che hanno riguardato in particolare alcune colonne e che hanno richiesto importanti lavori di restauro, per i quali è stata messa in atto anche un’apposita raccolta fondi da cui è scaturita una grande operazione comunitaria che è arrivata a coinvolgere gli emigrati fonnesi all’estero. Il piano complessivo di restauro ha riguardato anche l’ex Poa e la Casa del Clero, edifici vicini a quello adibito al culto e soprattutto luoghi di socialità cari alla popolazione da riconvertire in uno spazio polivalente.

Il 24 giugno, nel giorno della festività di san Giovanni Battista chiamata a Fonni Sa die de Vrores (“il giorno dei fiori”), una solenne processione si svolge lungo le vie del paese. A questa prendono parte i cavalieri de S’istangiartu della Madonna dei Martiri, che portano lo stendardo e indossano il costume fonnese, seguiti da un folto numero di altri cavalieri in abiti più borghesi e da centinaia di donne che per l’occasione vestono a loro volta in modo tradizionale. Davanti al simulacro del Santo procedono Su Cassieri e i componenti Su sociu, che portano in processione Su Cohone de Vrores, un pane votivo riccamente decorato di origine antichissima, probabilmente precristiana. Al termine della processione si svolge Sa Arrela ‘e Vrores, una giostra equestre nel corso della quale i cavalieri fonnesi danno prova delle loro abilità a cavallo. Tra i vari riti in uso in onore del Santo si annoverano quelli che nella notte tra il 23 e il 24 giugno prevedono la raccolta del sambuco (con il quale viene cosparso il percorso della processione), de s’abba ‘e vrore (l’acqua di San Giovanni) e de s’ardu ‘e isprone (il cardo stellato).

Testo a cura della dott.ssa Cecilia Mariani con il contributo della dott.ssa Anna Maria Cuguru